La Grande Dea del Mediterraneo

La Grande Dea del Mediterraneo

JAna- Stella Maris

approfondiamo insieme

Quale Visione ci ha portato da Lei...

Gli studi di diverse ricercatrici ed in particolare dell’archeomitologa Marija Gimbutas hanno dimostrato la presenza e la diffusione nell’Antica Europa di una religione legata ad una medesima Dea come figura corsmogonica e fertile sorgente universale.

Secondo la studiosa “le credenze delle popolazioni agricole relative a sterilità e fertilità, alla fragilità della vita e alla costante minaccia di una distruzione, nonché alla periodica esigenza di rinnovare i processi generativi della natura, sono tra le più durature. Vivono ancora oggi, così come vivono aspetti molto arcaici della Dea preistorica, nonostante il continuo processo di erosione in era storica. Trasmesse da nonne e madri della famiglia le antiche credenze sopravvisse alla sovrapposizione dei miti indoeuropei e in seguito cristiani.”

E’ innegabile come la figura della Grande Dea persista nei sincretismi e nelle tradizioni della Sardegna, la sua presenza permea ancora i nostri gesti e i nostri luoghi sacri. Come è ormai innegabile che la Sardegna sia stata una Terra al centro dell’Evoluzione delle popolazioni dell’antica Europa i cui usi e conoscenze sono andate ben oltre le sue splendide coste.

Perché “Grande Dea del Mediterraneo”?

“Il Mondo della Grande Dea implica l’intero Regno in cui Lei si è Manifestata” (cit. M. Gimbutas)… Abbiamo quindi pensato a quali confini si estendesse il culto della Grande Dea a partire dalla Sardegna perché la Sardegna è per noi il nostro centro di osservazione.

Non vogliamo concorrere a nessuna “gara” che tenda a definire quale Dea sia la più Grande, perché la Dea è una nelle sue molteplici Manifestazioni, semplicemente, il nostro pensiero è che ognuno debba, o meglio, possa osservarla dal proprio centro, dalla propria Terra per vederla espandersi nelle molteplici sfumature che essa ha assunto nel corso dei secoli nelle Terre lambite dal Mediterraneo, lo stesso mare che circonda la nostra amata isola e lo stesso mare che i nostri antenati hanno solcato e attraverso il quale hanno condiviso la loro visione con gli altri popoli, creando e condividendo insieme l’amore per Lei, osservandone le diverse visioni dei popoli e integrandole con la loro. Non abbiamo fatto altro che vederla Grande a partire da noi, dal nostro centro per espanderla e restituirle quella completezza che i miti e le religioni patriarcali le hanno sottratto. 

La Dea è Una, semplicemente è la prospettiva dello sguardo dell’osservatore che cambia, e se ognuno dal proprio Centro la vede Immensa Essa lo sarà sempre di più: immaginate un lago, dalle acque calme dove gettate più sassi, e fermatevi ad osservare l’espansione che essi creano increspando di onde concentriche la superficie del lago. Più sassi getterete, più onde si creeranno, e maggiore e sempre diverso sarà il disegno che esse creano sulla superficie. Siamo come quei sassi, la nostra visione crea sulla superficie un mandala di increspature, più ognuno di noi la sentirà come Grande dalla propria Terra più Lei potrà Manifestarsi in modi differenti come Unica e Multiforme.

Perché “Jana”?

Kathy Jones ricorda che ogni luogo ha una diversa manifestazione della Dea, nella Terra, nelle stagioni, nei miti; mi ha trasmesso un nuovo modo di intenderla e la possibilità che ognuno di noi ha di darle un nome o una forma, non per definirla e nemmeno per contenerla ma semplicemente per “sentirla”.

Ero poco più che una bambina quando i miei genitori hanno deciso di lasciare Torino e trasferirsi in Sardegna per camminare sul sentiero degli antenati materni, spesso il rapporto con questa Terra è stata un’alternanza di Amore e Odio, spesso non l’ho compresa.

L’incontro con il Sacro femminile ha portato questo rapporto su altri piani, quelli dell’Origine, pian piano sto scoprendo i veli che hanno nascosto, finora, il suo, il nostro disegno, ho iniziato ad ascoltare i preziosi consigli delle mie antenate che, per secoli, hanno abitato questa Terra.

Ora l’ascolto, posso sentirne il profumo ed udirne il sussurro, la sento JAna, la sento scorrermi dentro, la sento e la vedo negli sguardi delle sue genti, nei gemiti della sua Terra, la sento rinascere, riprendere forma, nelle sue sorgenti, nel suo vento, nel suo mare nel suo cuore tra le montagne, nel suo grembo nei siti sacri sotterranei.

È una linea continua, un passaggio aperto tra noi in questa dimensione/realtà e gli antenati che ci hanno preceduti.

JAna è nei costumi, nei gioielli, nelle movenze delle sue Madri, Fanciulle e Crone nello scorrere di una lingua antica mai dimenticata, è nei gesti, nelle tradizioni, è solo sopita.

Se ti fermi ad ascoltarla nella neutralità delle emozioni è facile sentirne i vagiti, la sua fame di nutrimento ed amore,  ho scelto di risentirla e ridarle vita nel mio Grembo, nel mio udito, nel mio sentire e nelle mie parole.

È stato difficile cantare il suo Nome (le fonti sono cosi deturpate e confuse) ma è venuto da sé, si è formato nella gola dapprima come un gridolino acuto per poi liberarsi in tutta la sua essenza attraverso quel suono primordiale che da sempre ha chiamato la grande madre.Prova a sentirlo dentro di te, come vibra, dal tuo grembo sale impetuoso il grido del parto “Jjjjjjj.”, è la contrazione sacra che ti avvisa della sua nascita, e poi, apriti a lei, con le labbra spalancate apri il tuo canale del parto e falla vibrare nel canto carnatico che nasce dal tuo respiro e dalla tua connessione con esso: “AaaaaNAaaaaaaaa”… apri i sensi, gli occhi, la tua pelle… e lei è lì davanti a te che ti sorride: “ti stavo aspettando”.

Abbiamo voluto darle un nome che invoca quello arcaico di Ana, Diana, quello che risuona nei nostri miti e racconti come qualcosa di “magico”. Jana non è nome usato solo in Sardegna in molti altri luoghi la Dea ha ricevuto questo nome, ma da noi è particolarmente sentito.

In Sardegna, la Dea è stata amata con tanti nomi: Tanit, Cunnusa, Iside, Diana, Demetra. Ha forse assunto, come dicevamo nel precedente paragrafo tutti o quasi i nomi con i quali era conosciuta nel Mediterraneo ma certo è che quando parliamo di Dea ancora in Sardegna la si sente come “Mama Manna”, “Grande Madre”.

Perché “STELLA MARIS”?

“Oh Stella del Mare del Cielo oh Regina Nulvi si inchina prostrata ai tuoi piè, Nulvi nell’ansia ricorre al tuo trono, la pace e il perdono ottiene da te, la fede negli avi sincera e ardente, Nulvi credente sta sempre con te

La Dea Jana Dea di Sardegna alla quale mi sono Dedicata e a cui ho Dedicato la fondazione del suo Tempio assume molteplici facce e molteplici forme.
La Sardegna è la sua Culla in cui Essa nasce, cresce e si manifesta dall’albore di Tempi molto molto antichi, ed in Essa, in tutte le sue Epoche, Ella ha saputo manifestarsi e conservare il suo culto nei riti, nelle cerimonie, nelle feste tradizionali, nei racconti, nei gesti e nei luoghi…


Il canto che ho riportato all’inizio è un’accorata preghiera del Paese che ha dato i natali alla mia linea materna, è un canto che ha accompagnato la mia crescita e la mia devozione alla Dea nelle sue diverse Manifestazioni, anche in quella “cristiana cattolica” sebbene privata in questa di molti dei suoi aspetti… 
Il canto è rivolto a Lei, all’antica Dea poi velata come Madonna, rinominata come Maria, a Lei, Madre del Mondo! Lo stesso epiteto veniva dato a Iside, e spesso l’iconografia ripete la stessa Immagine per entrambe.

Invocata e onorata anche come Stella Maris Lei non è solo Madre ma Dea Unica e Multiforme…
Qualcuno scrisse “dopo Atlantide Lei veló il suo volto e vietó di pronunciare il suo nome fino a quando sarebbe giunta l’Era delle Costellazioni…” 

Jana La Crona 2015- Sonia Desiderio
Jana La Madre- 2015- Sonia Desiderio

perchè atlantide...

in aggiornamento…..

aps il tempio di atlantide
della grande dea del mediterraneo stella maris

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